BONIFICHE LAZIALI


L’amianto è stato classificato tra le sostanze cancerogene da eliminare e comunque da trattare con criteri ben precisi, ma i costi di tali interventi hanno spesso frenato la bonifica di interi complessi.

Infatti, in base alla grandezza degli impianti contenenti amianto aumentano i costi per gli interventi di bonifica, per questo esistono una serie di agevolazioni da portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi.

A seconda della categoria del richiedente vi sono infatti i seguenti benefici che è possibile sfruttare:

Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica (per i privati cittadini, enti pubblici o privati che non svolgono attività commerciali).

Bonus ristrutturazioni 50% (per i privati cittadini, i soci di cooperative divise e indivise, soci delle società semplici, gli imprenditori individuali, ma solo per gli immobili non considerati in quanto merce o beni strumentali).

Le detrazioni fiscali ristrutturazioni danno diritto ad uno sgravio fiscale ai fini IRPEF del 50% sulle spese sostenute per interventi di edilizia (manutenzione ordinaria e straordinaria). Rientrano tra i lavori per i quali è possibile sfruttare l’agevolazione anche gli interventi legati alla rimozione dell’amianto, dunque anche i costi legati allo smantellamento, incapsulamento e smaltimento dell’amianto.

– Credito d’imposta (per i titolari di reddito d’impresa).

Per accedere al credito d’imposta il contribuente dovrà semplicemente compilare il modelloF24 online.

Innanzitutto, le modalità di rimozione dell’amianto sono stabilite in relazione allo stato di conservazione del materiale, poiché  se il materiale non è danneggiato viene effettuato un programma di manutenzione per evitare qualsiasi dispersione di fibra d’amianto ;

al contrario, se il materiale è degradato viene rimosso con idonee tecniche di bonifica e smaltito nei luoghi deputati a contenere i rifiuti speciali pericolosi.

Ribadiamo, che la rimozione dell’amianto deve essere effettuata esclusivamente da aziende specializzate.

Tuttavia, in base alla normativa vigente va osservata la seguente procedura:

  • verificare la presenza di amianto tramite un sopralluogo;
  • preparare e inviare la documentazione per le autorizzazioni necessarie all’Asl, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori;
  • incapsulare il materiale coprendolo con prodotti penetranti o ricoprenti;
  • bonificare le superfici circostanti, sulle quali il prodotto in amianto poggiava;
  • rimuovere il prodotto;
  • smaltire definitivamente il prodotto in discarica.

La larga diffusione dell’amianto principalmente nell‘edilizia, è dovuta al fatto che questo materiale è molto  economico e funzionale. Nonostante queste sue peculiarità, con l’aggravarsi dell’inquinamento atmosferico sono sorti i primi problemi poichè le piogge tendono a disgregare l’impasto cemento-amianto, portando ad una vera e propria erosione del materiale che disperde nell’ambiente particelle e polveri altamente nocive per l’uomo, soprattutto per l’apparato respiratorio.

Da qui, la necessità di monitorare ed infine eliminarne l’utilizzo.

Infatti, dal 1992 in Italia è vietato produrre, vendere e lavorare l’amianto. Tuttavia ancora oggi molti edifici contengono lastre di amianto, che con l’usura rischiano di rilasciare nell’aria le loro pericolosissime fibre.

E’ quindi molto importante rivolgersi ad aziende specializzate con comprovate qualifiche che siano  in grado di valutare l’aspetto del materiale, di trattarlo e infine di rimuoverlo per effettuare una corretta bonifica e smaltimento in apposita discarica.

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